237 giorni alle elezioni statunitensi
6 giorni alle primarie in Arizona, Idaho e Utah

So che il nuovo servizio che uso per inviare la newsletter scombina l'impaginazione per alcuni utenti: dovrei studiarlo un po' ma come immaginate fin qui non ce l'ho fatta. Portate pazienza.

Forse a un certo punto ricorderemo i risultati di stanotte come quelli che hanno girato la campagna elettorale delle primarie: più di quelli del Super-Tuesday del primo marzo. Le notizie, intanto: tra i Repubblicani in Florida Donald Trump ha battuto largamente Marco Rubio, che si è ritirato, e ha vinto anche in Ohio, North Carolina e Illinois, e forse anche in Missouri dove la situazione con Cruz è equilibratissima (servirà ancora qualche ora per capire chi ha vinto). Tra i Democratici, invece, Clinton ha sbancato e ha vinto ovunque: dove era favorita, come in Florida e North Carolina, e dove era sfavorita o in dubbio, come in Ohio, Illinois e Missouri.


La notizia più importante della serata è il ritiro di Marco Rubio. Non è la più sorprendente: da settimane diciamo che Rubio si sarebbe ritirato se non avesse vinto nel suo stato, e solo pochi giorni fa dicevamo che i sondaggi descrivevano una sua vittoria come molto improbabile. Eppure rimane un fatto rilevante, e non solo per chi – come me, onestamente – credeva mesi fa che Rubio fosse il Repubblicano meglio attrezzato per sfidare Clinton a novembre. Annunciando il suo ritiro e commentando una sconfitta, come capita spesso ai politici di talento, Rubio ha pronunciato il suo miglior discorso della campagna elettorale: lo rivedremo.



L'altra notizia è la vittoria di Kasich in Ohio, ma qui bisogna capirsi bene. Da una parte la vittoria di Kasich ha impedito a Trump di fare filotto e ottenere già adesso un vantaggio incolmabile o quasi nella conta dei delegati, rendendo un briciolo più vicino – ho detto un briciolo – lo scenario della cosiddetta "brokered convention", cioè la convention in cui nessun candidato arriva con la maggioranza assoluta dei delegati. Dall'altra parte, però, la vittoria di Kasich fa sì che la campagna tra i Repubblicani rimanga una campagna a tre, e questo è uno scenario che favorirà Trump come lo ha favorito fin qui. Prendete proprio il voto di martedì: Trump ha vinto in quattro stati su cinque, ma in nessuno ha ottenuto il 50 per cento dei voti. Come ha fatto a vincere allora? Perché i voti anti-Trump si sono sparpagliati tra più candidati. Cruz oggi è messo meglio di Kasich nella conta dei delegati, ma i prossimi stati in cui si vota non sono ideali per lui; Kasich riceverà un piccolo boost dalla sua vittoria in Ohio ma costruirci sopra altri grandi risultati sarà difficilissimo. Se volete approfondire questo punto, leggete qui.
 
La conta dei delegati tra i Repubblicani:



Le primarie dei Democratici, invece, salvo sorprese clamorose sono finite qui. I 200 delegati di distacco che Clinton aveva su Sanders erano già difficilissimi da colmare: ora sono diventati più di 300. Dopo la sorprendente vittoria in Michigan, e dopo i sondaggi equilibratissimi usciti negli ultimi giorni, ci si aspettava buoni risultati da Sanders nei tre stati del Midwest e almeno un paio di vittorie. Invece martedì Sanders ha perso dappertutto. Oltre alla questione numerica, poi, c'è una questione politica: Clinton ha vinto in alcuni degli stati più popolosi e importanti degli Stati Uniti, dove è molto influente la folta classe media (bianca) che fin qui aveva quasi sempre premiato Sanders. Durante la nottata, dopo la diffusione dei risultati, Clinton ha pronunciato un discorso tutto rivolto alle elezioni di novembre, soffermandosi su Sanders solo per un momento, per congratularsi per la sua campagna elettorale; Sanders, invece, ha parlato in Arizona e per oltre 40 minuti non ha mai nemmeno citato il voto di martedì e i suoi risultati.



Noi ci risentiamo sabato, quando ragioneremo ancora un po' su questi risultati dopo averli digeriti meglio. Approfitto dell'email di oggi però per ringraziare le seicento persone – quasi tutti studenti universitari – che sono venute ieri sera a Forlì a parlare di elezioni americane con me e Lorenzo Pregliasco di YouTrend: questa cosa mi è definitivamente sfuggita di mano. Ciao!
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