Ciao <<Nome>>,
io aspetto la primavera con crescente impazienza.
Sono nata in inverno, dovrei amarlo, invece lo sopporto solamente perché so che terminerà e poi sarà primavera e si apriranno i capotti, spalancheranno le finestre e assisterà alla fioritura.
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La stagione dei colori
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In primavera
la mia veranda rivive. Circondata dal verde nelle sue mille sfumature e innondata di luce diventa la stanza che preferisco.
Ho acquistato casa mia per la veranda.
È il mio luogo di pace.
A dire il vero ci trascorro poco tempo, ma ce l'ho sempre sott'occhio. Ci sono cose che non devo per forza vivere per godermele: mi basta sapere che ci siano.
Un po' come certe persone. Ci sono e lo so.
La mia veranda è simbolicamente questo: una gioia per il solo fatto di esserci.
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A mia madre piacerebbe tanto
la mia veranda.
Ho sempre avuto questa certezza.
Quando sto in veranda sto con mia madre.
Peccato che lei non abbia mai visto questa casa. Il giorno in cui l'ho visitata era ancora un mezzo cantiere. Giravo per le stanze vuote pensando che non fosse alla mia portata e che mia madre me l'avrebbe "invidiata".
Ho sempre avuto la capacità di immaginare le stanze finite guardando muri e cemento, di proiettare luoghi immaginati su schermi immaginari fino a farli diventare realtà...
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Luce, verde, vita
Ovunque io vada ho bisogno di luce.
La luce mi fa stare bene, anzi, ne ho bisogno per stare bene.
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Ma torniamo su questa mia capacità di immaginare ciò che ancora non esiste...
...l'ho sempre fatto, fin da bambina, quando sostituivo i momenti di tristezza con una vita immaginaria.
Chiudevo gli occhi e vivevo in un film che proiettavo nella mia mente, una serie televisiva la definirebbero ora, divisa in stagioni ed episodi!
Questa mia fantasia galoppante è stata utile, poi, al mio lavoro. Poter vedere nella mente prima che su materia mi permette di progettare già prima di annottare.
È un po' quello che è accaduto con il nuovo progetto che sto portando avanti: l'ho immaginato ancor prima di pensarlo, quando ho raccolto foto e materiali senza sapere esattamente a cosa sarebbero serviti.
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Personne, dal francese "persona, individuo, soggetto",
ma anche "nessuno, qualcuno, chiunque"
LE VITE IMMAGINATE E LE VITE SVELATE
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Queste sono le prime tre foto sulle quali ho lavorato
Tre bambini sconosciuti
le cui vite ho immaginato, illustrato, ricamato.
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Le prime illustrazioni sono pronte. Di fatto non so se definirle illustrazioni sia corretto. Sono più un frullato di illustrazione, fotografia, grafica, cucito e ricamo versato su carta e su stoffa.
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Chi e cosa mi hanno ispirata?
A casa mia si cuciva. Mio nonno paterno, mia nonna materna, mia madre cucivano. Io rubavo con gli occhi.
Mio padre era appassionato di elettronica e fai da te. Era uno di quegli uomini in grado di aggiustare tutto. Io rubavo con gli occhi.
Ma nonna materna sapeva combinare quattro stracci e usciva sempre vestita, pettinata e truccata da vera Lady. Io la ammiravo. E rubavo con gli occhi.
Una zia acquisita disegnava i volti femminili con una tale grazia e velocità da lasciarmi ammirata. Anche qui io rubavo con gli occhi...
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un po', qui un po' lì
osservando gli altri fare, ho imparato e sfruttato le loro competenze
per ricominciare
dalle mie memorie, dalla mia storia, da me.
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Chiudo con i soliti 3 consigli della settimana:
- A casa tua chi faceva cosa? Pensa ai tuoi parenti e amici più stretti. Quali sono le loro competenze?
- Quali sono le tue competenze? Pensa a tutto ciò che sai fare, anche a ciò che non riguarda il tuo lavoro. In cosa sei bravo/a?
- C'è una di queste competenze che vorresti potenziare o una competenza che non hai che vorresti acquisire? Fai un primo passo per rendere questo progetto realizzabile.
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A presto. Un abbraccio,
Roberta
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Mostri113 di Roberta Cibeu
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