Il bimestre che sta per concludersi, è stato caratterizzato in particolare da due eventi significativi: il conferimento della IV edizione del Premio Tesi di Laurea Praesidium “Welfare aziendale, innovazione organizzativa per una nuova cultura flessibile del lavoro” (9 novembre), che rappresenta l’impegno dell’Istituto di sensibilizzazione dei giovani sulle tematiche del mondo del lavoro e il convegno “Stop & Go Ferma la Violenza e riparti” (29 novembre), organizzato in occasione della ricorrenza del 25 novembre, giornata internazionale di riflessione per l’eliminazione della violenza sulle Donne. L’obiettivo dell’incontro è stato quello di presentare l’impegno della Chiesa in questo ambito, oltre che gli atti del corso sullo stesso tema, tenutosi in Ateneo nel 2017 e rivolto al Coordinamento Donne delle ACLI. Questi due eventi anche se con scopi diversi, ci hanno aiutato ad approfondire le tematiche che stanno a cuore all’ISSD: la dignità della donna e la centralità della persona nel mondo del lavoro.
Con l’auspicio che negli articoli proposti possiate trovare degli spunti interessanti, cogliamo l’occasione per augurare a tutti voi Buon Anno!
Buona lettura!
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“La consegna del Premio: un momento indimenticabile”
Intervista al Vincitore della IV edizione del Premio Tesi di Laurea Praesidium, Federico Zelferino
INTERVISTA A: Federico Zelferino
Perché ha deciso di candidarsi al Premio Tesi di Laurea Praesidium?
Principalmente sono stato spinto dall’idea che dopo il lavoro svolto per scrivere la tesi di laurea sarebbe stato un vero peccato “abbandonarla in un cassetto” ed ho ritenuto che il Premio Tesi di Laurea Praesidium rappresentasse una grande opportunità per valorizzare il mio lavoro.
Oggi è importante continuare a riflettere sul welfare aziendale. Dallo studio della sua tesi, quali motivi ritiene siano più rilevanti?
Uno dei principali motivi è proprio il momento storico che stiamo attraversando, contraddistinto da numerosi cambiamenti. Il welfare promosso dall’impresa rappresenta difatti una forma di innovazione sociale che agisce come strumento di supporto per il welfare pubblico in risposta alla crisi attuale. Ulteriore motivo è dato dal fatto che il welfare aziendale rappresenta uno strumento in grado di favorire uno scambio virtuoso fra miglioramento del benessere e del reddito dei lavoratori e una maggiore efficienza produttiva dell’impresa, della sua organizzazione ed in generale della qualità del lavoro. La finalità ultima dell’impresa, ossia far crescere il suo valore economico, si realizza dando rilevanza alla potenzialità di produrre risultati migliori e ciò si può ottenere solo attraverso la coesione di interessi di tutti i partecipanti dell’organizzazione d’impresa, progettando e finalizzando azioni che vedano le aziende lavorare con e per i propri dipendenti e le loro comunità. Quello che si sta lentamente creando intorno al welfare aziendale appare quindi come un vero e proprio circolo virtuoso che genera una ricaduta positiva in termini di risposta ai bisogni dei lavoratori ma anche di crescita e sviluppo per la comunità.
Il 9 novembre scorso le abbiamo assegnato il Premio. Può raccontarci come ha vissuto il momento?
La consegna del Premio è stato un momento indimenticabile, un misto di felicità e orgoglio che ricorderò per sempre. Non nascondo di aver provato anche un po’ di agitazione quando ho visto la sala dell’hotel piena: non avevo mai tenuto un discorso davanti ad una platea così numerosa e composta da professionisti dell’impresa e del mondo accademico.
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Conferito il “Premio Tesi di Laurea – Praesidium-Welfare aziendale”
INTERVISTA A:
Adele Ercolano - Coordinatrice Area Culturale ISSD
Il 9 novembre si è conclusa la terza edizione del “Premio Tesi di Laurea – Praesidium-Welfare aziendale”. L’Istituto di Studi Superiori sulla Donna dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con Praesidium ha conferito il premio a Federico Zelferino per la tesi “Il ruolo del welfare occupazionale a supporto del welfare state”, che analizza come gli esponenti del secondo welfare abbiano svolto un ruolo non indifferente nel sopperire alle mancanze di protezione sociale, mettendo in risalto la figura dell’impresa e dell’imprenditore nel promuovere il benessere del dipendente e della comunità in generale.
Quali sono i nodi principali della tesi?
La tesi di Federico Zelferino dal titolo “Il ruolo del welfare occupazionale a supporto del welfare aziendale” è una tesi molto ben struttura di circa 200 pagine e articolata in 4 capitoli che analizza il tema del welfare occupazionale come strumento polifunzionale capace di supportare il welfare state nel fornire protezioni e tutele alla popolazione.
La tesi indaga come gli esponenti del secondo welfare hanno svolto un ruolo non indifferente nel sopperire alle mancanze di protezione sociale, mettendo in risalto la figura dell’impresa e dell’imprenditore, e del suo impegno nel promuovere il benessere dei dipendenti e della comunità in generale.
Nella prima parte del suo lavoro propone una analisi storica e comparata della formazione dello stato sociale, le sue tappe principali, dalla nascita dei bisogni all’interno della comunità fino ai tempi più recenti con la spiegazione delle molteplici cause che hanno portato alla crisi dello Stato Sociale.
Il secondo capitolo più specificamente invece affronta l’arretramento del welfare pubblico nella crisi economica. Zelferino si concentra sull’attuale contesto di crisi che ha fatto emergere la presenza di nuovi rischi sociali e di come il welfare aziendale fornisca mezzi di protezione nuovi e sia un valore “condiviso”.
Nella terza parte del suo lavoro ha poi approfondito l’evoluzione normativa a sostegno del welfare nelle aziende in Italia dal punto di vista fiscale.
Quale è la conclusione o il punto di arrivo?
La tesi dunque analizza i limiti e le disfunzioni del welfare pubblico e l’offerta di benessere sociale integrativo, sottolineando come il contributo dei soggetti privati alla costruzione dello stato sociale non sia una novità dei tempi recenti.
Dalla sua analisi emerge che la crisi del welfare state richiede un nuovo approccio nel garantire benessere, individuato nel paradigma dell’innovazione sociale e di come l’approccio al welfare sia diventato sempre più proattivo.
Nuovi e vecchi attori già presenti nella formazione dello Stato Sociale sono cosi impegnati con strategie ed idee per soddisfare lo sviluppo economico e sociale della comunità di riferimento. Fra queste si considerano le imprese come luogo di aggregazione della domanda e dell’offerta di welfare.
La tesi si conclude con il capitolo dedicato allo stato dell’arte del welfare occupazionale in Italia, presentando alcune best practices frutto di mirate collaborazioni con e fra le parti sociali, amministrazioni locali e imprese.
Dal lavoro fatto dunque per concludere emerge che il valore aggiunto delle iniziative di welfare aziendale risiedono nella capacità di intervenire in maniera sempre più puntuale e personalizzata sui bisogni generando un plusvalore difficilmente raggiungibile tramite un’offerta di servizi standardizzati.
Quali sono stati le motivazioni per l’assegnazione del premio?
La tesi è molto ben strutturata, affronta il tema del welfare da un approccio polivalente con una chiara prospettiva storica, economica, sociale, giuridica e fiscale, sottolineando l’importanza della centralità della persona e di come l’attenzione ai suoi bisogni garantisce il futuro del lavoro nell’impresa.
Il lavoro svolto approfondisce l’evoluzione del welfare e la sua espansione fino ai giorni nostri, offrendo validi spunti per comprendere meglio le criticità e le sfide del welfare oggi, quale leva per lo sviluppo economico e sociale.
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Stop & go. Ferma la violenza e riparti. Per una Chiesa accogliente che contrasta la violenza sulle donne
La ricorrenza del 25 novembre -giornata dell’eliminazione della violenza sulle donne- è una data che, dovrebbe coinvolgere tutti nella riflessione e nell’impegno comune di fermare ogni sorta di violenza contro le donne. Con questa idea in mente, l’Istituto ha promosso un corso di formazione per le operatrici delle ACLI sui diversi aspetti della violenza sulle donne nell’ anno accademico 2016-2017. Il percorso è stato un progetto di successo che ha dato vita ad un processo di approfondimento e riflessione, divenuto centrale per l’Istituto. Sono temi importanti soprattutto per chi opera all’interno di un Ateneo Pontificio. La mattina del 29 novembre si è tenuto il convegno Stop & Go Ferma la Violenza e Riparti: per una Chiesa accogliente che contrasta la violenza sulle donne, con due obiettivi: presentare gli atti del corso tenutosi l’anno scorso e sottolineare l’impegno della Chiesa nel fermare il fenomeno della violenza sotto diverse prospettive.
Il convegno ha voluto illustrare il problema dalle sue diverse angolature e attivare i soggetti partecipanti definendo e rafforzando il ruolo che ognuno può avere nell’importante sfida di fermare la violenza e offrire occasioni di ripartenza alle vittime.
L’incontro si è svolto in tre panel che affrontavano la problematica da diverse prospettive. Il primo ha voluto riprendere gli argomenti del corso, presentando i contenuti degli atti facendo enfasi su tre aspetti principali: gli strumenti per capire il rapporto uomo-donna (Marta Rodriguez, direttrice dell’ISSD), la dimensione socioculturale della violenza (Annadebora Morabito, consulente di carriera) e le misure giuridiche che esistono attualmente per contrastare e prevenire la violenza sulle donne (Emiliana Alessandrucci).
Il secondo panel ha messo in evidenza due iniziative ecclesiali in campo. Sono intervenute Sr Claudia Biondi, dell’ufficio disagio donne della Caritas Ambrosiana e suor Elvezia Furlan dell’Opera Mater Dei. Sr Claudia ha esposto l’impegno della Caritas a Milano e le iniziative formative e pastorali all’interno di essa. Emergono soprattutto gli incontri di prevenzione con adolescenti e le case di accoglienza per donne maltrattate che arrivano anche con i loro figli. Sr Elvezia invece ha raccontato da una prospettiva più esperienziale l’impegno della sua comunità verso le donne che hanno subito violenza e che in stato di gravidanza devono cercare aiuto e sostegno. Questo panel ha messo in evidenzia che la Chiesa è sempre attiva anche se potrebbe fare tanto di più. “La Chiesa non si è resa ancora conto di che possiede l’antidoto contro la violenza” sostiene Marta Rodriguez.
Il terzo panel ha presentato le iniziative educative messe in atto dal Coordinamento Donne delle ACLI dopo del corso che hanno ricevuto dall’Istituto, le iniziative vogliono mettere insieme uomini e donne con lo stesso obiettivo: fermare gli atti di violenza. Loro sostengono che sono le realtà educative e sportive i luoghi più adatti per sradicare gli stereotipi.
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Se non ora, quando!
INTERVISTA A:
Viviana Fiorucci - ex allieva Corso Self Management & Self Branding
Viviana, come hai saputo del corso e perché hai deciso di iscriverti?
Sono venuta a conoscenza del corso attraverso una amica che mi ha spinto a partecipare alla presentazione. Il primo pensiero è stato "no, non parteciperò" avevo paura di non essere in grado di seguire tutto, non ero sicura, ma sentivo che dovevo fare qualcosa per disintegrare quel groppo che mi stringeva la gola e limitava qualsiasi tipo di scelta professionale, ho sciolto le riserve e l'ultimo giorno utile mi sono iscritta.
Dei contenuti trasmessi che cosa ti ha particolarmente colpito e cosa ti è risultato più utile?
E' stato un corso molto utile, non facile, ma utile, sia durante che dopo. Mi è servito tempo per accogliere tutto, le emozioni che ho vissuto sono state molto intense. I docenti, sono bravissimi, con tutti ho avuto la possibilità di analizzare trascorsi professionali e personali che avevano inciso in maniera non proprio positiva sul mio percorso. La Dott.ssa Miglietta con la ripresa del video mi ha spinto verso qualcosa che non avrei mai pensato di poter fare, il rivedermi è stata una sorpresa, positiva, perché tutto sommato il risultato non era male. Il gruppo è la forza del corso. Condividi le stesse emozioni, ti senti di accolta, riesci a tirare fuori tutto, inaspettatamente ma sicura che le compagne di viaggio daranno il giusto peso alle tue parole.
Quando si inizia un percorso, si finisce sempre in qualche modo cambiati, arricchiti… il corso self management & self branding in cosa ti ha cambiato?
E' stato l'inizio di un processo (con alcune battute di arresto. Penso fisiologiche, i cambiamenti sono sempre difficili) che mi ha portato a riconsiderare diversi aspetti del mio carattere, ha cambiato la prospettiva dello sguardo su di me prima l'attenzione era rivolta verso lo sguardo (e quindi l'attesa del giudizio) che gli altri avevano su di me. Ho ripreso sicurezza, sono consapevole della mia forza e del mio valore personale e professionale. Mi è tornata la voglia di investire su me stessa.
Consiglieresti il nostro corso ad altre persone? Perché?
Consiglio di partecipare al corso perché ti aiuta a cambiare quella percezione che hai di te e che spesso ti spinge verso compromessi, soprattutto professionali, che sono frutto non di una reale mancanza di opportunità ma di una rinuncia dettata dalla incapacità di riconoscerci il giusto valore. Lo consiglio perché è difficile fare tutto questo da sole. Lo consiglio perché: se non ora, quando!
Se dovessi esprimere in tre parole il percorso fatto, quali parole sceglieresti?
Ho ripreso il sogno.
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Self Management & Self Branding
Sviluppare le proprie competenze per un futuro
professionale di successo
Il corso è dedicato a meglio conoscere e accrescere le proprie competenze per avviare o potenziare un progetto professionale e lavorativo.
In un contesto di crisi economica possono nascere inattese e numerose opportunità, il corso ne facilita la scoperta e prepara i partecipanti a cogliere i vantaggi dei cambiamenti culturali ed economici in corso.
Destinatari: persone che vogliono reinventarsi nel modo del lavoro mettendo a punto un progetto professionale vincente
Quando: dal 14 febbraio al 13 giugno 2019, per 60 ore.
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